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La scienza punta su Marte, appuntamento al 2030

pubblicato su StellaNova il 30 Gennaio 2015

Sarà per quel suo colore fra il rosa e l'arancione che evoca tramonti permanenti. Sarà per quegli strani omini che hanno fantasiosamente terrorizzato i terrestri attraverso la letteratura e il cinema. Oppure sarà perché qui sulla Terra ultimamente le cose si stanno mettendo proprio maluccio, vista l'incapacità dei suoi abitanti di rispettare le regole elementari di madre natura. Marte sta di nuovo attirando su di sé l'attenzione della comunità scientifica internazionale, ritornando prepotentemente di moda. In effetti, i due robottini Spirit e Opportunity, agli inizi del millennio, avevano fatto seriamente sospettare che un tempo vi fosse vita su Marte e dunque ora la Nasa rilancia un programma a scadenze ravvicinate, dicendo che farebbe volentieri una passeggiata su Marte entro il 2030, con una prima tappa su un asteroide, nel 2025


D'altra parte, tutte le prove tecniche a bordo della Stazione Spaziale Internazionale dovranno portare da qualche parte. Ormai le conoscenze sull'impatto delle esplorazioni spaziali sul corpo umano sono già molto avanti grazie a questa continua giostra spaziale attorno al nostro pianeta, sostiene la Nasa. Le nuove avventure spaziali le chiamano “deep space mission” ovvero missioni nello spazio profondo, quella parte di Universo che è sempre sembrata raggiungibile soltanto con le sonde spaziali. Ora però la navicella spaziale Orion si sta preparando per fare un primo sopralluogo sull’asteroide da dove tornerà con alcuni campioni. “Lo scopo di queste esplorazioni che vanno oltre l’orbita terrestre è quella di sondare nuove capacità come per esempio la propulsione elettrica solare, che sarà necessaria per inviare carichi di materiale come parte integrante di una missione umana sul pianeta rosso”.


Orion sarà il veicolo futuristico delle nuove passeggiate spaziali, una versione molto evoluta del “Sls” (Space Launch System), ovviamente il più potente veicolo spaziale che abbia mai volato e che potrebbe già essere pronto per il 2017 riporta la Bbc. Per intanto Orion è già stata testata intorno alla Terra, volando a un’altezza di 5800 km e compiendo due orbite terrestri a una velocità di 32.200 km orari. Insomma, Marte comincia di nuovo a fare capolino nei sogni dei terrestri. E talmente fa sognare il pianeta rosso che in Europa sono invece all’opera per trovare stratagemmi atti a cambiare i connotati di Marte per renderlo simile alla Terra e dunque abitabile.


Infatti, anche se si sospetta fortemente che un tempo ci fosse vita su Marte, una vacanza in Antartide sarebbe rilassante paragonata all’ostilità attuale dell’ambiente marziano, dove fa un freddo inimmaginabile, l’atmosfera è esigua e non c’è praticamente ossigeno. Niente paura, affidiamoci nelle mani di alcuni studenti tedeschi. Una bella spolveratina di cianobatteri sul pianeta rosso e le riserve di anidride carbonica potrebbero essere convertite in ossigeno spianando la strada a una futura colonizzazione. Gli studenti collaborano con alcuni scienziati della Facoltà di Scienze applicate e tecnologiche dell’Università di Darmstadt e partecipano alla competizione lanciata dalla Mars One una società no profit che sceglierà i progetti migliori per il carico di materiale da mandare su Marte nel 2018 in preparazione alla missione prevista per il 2025.

La proposta tedesca prende il nome di “Cyano Knights” ovvero “I Ciano Cavalieri”. I cianobatteri sono stati scelti per la loro estrema capacità di resistenza. Qui sulla Terra sono esseri viventi che resistono alle condizioni più estreme. Come ha detto il leader di questa collaborazione Robert P. Schröder “ questi batteri sono ovunque nella Terra e avendo una resistenza senza pari possono costituire la prima tappa per testare micro-organismi sul pianeta rosso”.


Inoltre, essendo organismi che producono ossigeno attraverso la fotosintesi per ottenere nutrienti, sembra che abbiano giocato un ruolo fondamentale nella creazione dell’atmosfera terrestre, convertendo quasi tre miliardi di anni fa i fumi tossici che caratterizzavano la terra nell’atmosfera ricca di azoto e ossigeno che la caratterizza e rende possibile la nostra esistenza. La formazione della fascia di Ozono che ci protegge dai raggi ultravioletti è un’altra tappa fondamentale per lo sviluppo della vita. Perciò introdurli su Marte non farebbe altro che creare le condizioni favorevoli alla vita e alla sua proliferazione. Ovviamente molto poco si sa su quanti cianobatteri sarebbero necessari per rendere l’atmosfera marziana simile a quella terrestre né quanto ossigeno l’atmosfera marziana sarebbe in grado di trattenere.


Insomma per adesso si può solo ipotizzare e cercare attraverso le missioni di preparazione alla spedizione umana, di carpire i segreti di Marte. Perché un conto è ricevere campioni, immagini e quant’altro da sonde e rover spaziali, un conto è trasferirsi lì e prendere la prima “boccata” d’aria. Si fa per dire ovviamente. Ma in fondo la domanda fondamentale rimane: farà prima l’uomo a distruggere l’habitat terrestre o gli scienziati a creare le condizioni favorevoli alla colonizzazione del pianeta rosso? Chi vivrà vedrà.

Non è la libertà che manca. Mancano gli uomini liberi.
(Leo Longanesi)
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